Villa rustica in via Domenico Cimarosa
Villa rustica in via Domenico Cimarosa
A cura di Stefania Luce
Al margine dell’antico tracciato della via Campana, l’attuale via Cimarosa, si sviluppava una villa su di un’aria di 500 mq.
Dallo studio delle tecniche edilizie utilizzate si può stabilire che la frequentazione dell’area si estende in un arco cronologico che va dal I sec. a.C. al V sec. d.C.
La villa era caratterizata da due ambienti particolarmente interessanti: il primo (forse del I sec. d.C.) pavimentato con un mosaico in tessere bianche e nere con motivi di cerchi affiancati con crocetta centrale che delimita un emblema rappresentante un kantharos (càntaro, vaso da bere, caratterizzato, nell’arte greca classica ed ellenistica, da due ampie anse che sormontano l’orlo. Il nome indica anche il bacino di marmo dove zampillava l’acqua nei giardini delle case romane e, nelle antiche basiliche cristiane, la vasca per le abluzioni posta nell’atrio) da cui fuoriescono elementi floreali e tralci di vite.
Il secondo ambiente (4,80 x 5 m.) con pavimento in opus signinum (cocciopesto, miscela di frammenti fittili (di tegole e anfore), impastati con calce e battuti, quale rivestimento di cisterne, terrazze, zoccoli di pareti, ambienti termali, e come pavimentazione. Aveva scopo di protezione contro l’umidità. I Romani lo chiamavano opus signinum, dal nome della città di Signia, l’odierna Segni) presentava in corrispondenza della soglia tessere di calcare bianco disposte in modo da formare una tabula ansata che racchiude l’iscrizione OPU./ PA.RI, la quale potrebbe riferirsi alla firma dell’artigiano occupatosi della decorazione pavimentale dei due ambienti.
A ovest sono stati rinvenuti i resti di un torcularium defunzionalizzato già in antico.
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