Origini ed evoluzione di Quarto
Origini ed evoluzione di Quarto
di Barbara Caramanna
Il territorio di Quarto si estende a nord-ovest di Napoli, nell’entroterra flegreo, in una depressione del sottosuolo a forma ellittica, contornata da una cinta collinare, la cosiddetta “Piana di Quarto”, cinta a sud e ad est cinta da resti di edifici vulcanici recenti, a nord e a nord est dai resti dell’antica caldera originatasi in seguito all’eruzione dell’ignimbrite campana e ad ovest da estesi depositi di tufo giallo ampiamente sfruttato come materiale da costruzione. Frammenti di ceramica appenninica attestano la presenza di insediamenti nella zona già in epoca preistorica ma l’origine della città si deve probabilmente ai greci dell’Eubea che, dopo aver costituito l’insediamento di Pithekoussai nell’isola d’Ischia e dopo aver fondato la città di Cuma, con tutta probabilità, penetrarono nell’entroterra alla ricerca di autonomia agricola, stanziandosi in queste contrade.
La piana di Quarto viene menzionata negli “Atti degli apostoli” in cui si dice che l’apostolo Paolo vi sia passato per dirigersi a Roma insieme a Luca l’Evangelista sotto la scorta di centurioni e viene, inoltre, citata da Svetonio nella sua opera “De vita duodecim Cæsarum” in relazione alla salita al potere di Ottaviano.
Secondo il Prof. G.Camodeca, il nome “Quarto” trarrebbe la sua origine dalla Mansio ad quartum, un punto di sosta e rifornimento posto al quarto miglio della via Consolare Campana, una strada lunga 21 miglia (ca. 31 km), costruita nel 194 a.C per collegare il fiorente porto di Puteoli (Pozzuoli) alla cittadina di Capua antica (attuale Santa Maria Capua Vetere) mentre, secondo altri studiosi, il nome deriverebbe dall’incisione presente sul ceppo miliare “Ad quartum lapidem Campanae viae”, posta sempre al quarto miglio della via Via Consularis Puteolis Capuam.
Attraverso il taglio artificiale della Montagna Spaccata, si attraversa la conca di Quarto proseguendo poi per Marano, Qualiano, Giugliano ed Aversa, fino a raggiungere Capua.
In età augustea, probabilmente, il territorio di Quarto fu assegnato a Puteoli che si stava notevolmente espandendo economicamente e demograficamente e, con l’apertura della Via Consolare Campana, tutta la zona subì un incremento positivo sul piano commerciale ed ovviamente economico, innescando di conseguenza una fase di sviluppo della struttura urbana: dallo studio dei ritrovamenti della zona, si evince che non si andò creando un unico centro abitato con un nucleo principale definito, bensì una serie di abitazioni rurali (ville rustiche) disposte lungo i vari diverticoli della Via Campana e a mezza costa lungo le pendici della conca.
Percorrendo l’attuale Via Campana, sopraelevata a quella originaria, è infatti possibile notare, su entrambi i lati, diversi complessi di catacombe e necropoli romane, resti di insediamenti abitativi, dimore rustiche, cisterne, punti di sosta per i viandanti, sepolcri monumentali.
Particolare attenzione per lo stato di conservazione, merita la Necropoli di San Vito che si sviluppa alle spalle dell’attuale Via Campana, su entrambi i lati dell’antica strada Puteolis-Capuam, in cui si sviluppano diversi edifici a carattere funerario strutturati su tre livelli, di cui due visibili, collegati tra loro da scalinate. Tutti comprendono una camera ipogea, sulle cui pareti si dispongono file di nicchie destinate alla conservazione delle olle con le ceneri dei defunti e ai lati banconi utilizzati in un secondo momento per sepolture a fossa per inumazione (le cosiddette formae). Nei piani superiori si trovano ambienti destinati alle cerimonie funebri, spesso provvisti di un recinto retrostante e di una camera funeraria con le stesse caratteristiche degli ambienti sotterranei.
Purtroppo dell’apparato decorativo originario resta poco poiché i meravigliosi stucchi sono stati oggetto d’usura del tempo e sono stati inoltre fortemente danneggiati da scavatori clandestini. La caratteristica distintiva di queste necropoli rispetto alle altre della zona è la presenza di pozzi e banconi collegati a piccole cisterne che fanno pensare alla presenza di tabernae accanto agli edifici funerari, probabilmente perché il comparto era abbastanza distante dal centro abitato.
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